MISEenFABLE

ALESSANDRA BOZZATO

Articolo di
Lucia Lamonarca

A tavola con Alessandra Bozzato

Laureata in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Milano, è specializzata in Omeopatia e Medicina Naturale. Si è occupata di ricerca clinica e farmacologia presso importanti aziende farmaceutiche italiane. Già consulente del Centro di Medicina Preventiva dell’Università Cattolica di Milano per l’aspetto medico del Servizio di Ristorazione. Oltre alla libera professione, è responsabile del circuito Scuole Marcelline di Milano.


L’incontro con Alessandra Bozzato si apre con una piacevole sorpresa: è una grande lettrice ed appassionata di fiabe. Musica per le nostre orecchie. Parla con disinvoltura dello Schema di Propp, lo studio sulle strutture delle narrazioni fiabesche del linguista e antropologo Vladimir Propp, per passare alle sue amate fiabe russe.
La sua preferita è Vassilissa la Bella, di Aleksandr N. Afanasjev. Attraverso il gesto di “nutrire” una bambola donata dalla mamma in punto di morte, la giovane Vassilissa si fa coraggio ed utilizza il suo intuito per affrontare le sfide della vita. Un gesto simbolico importante: il cibo che nutre la mente e l’anima, il passaggio dal mondo infantile a quello adulto.


La prima domanda è d’obbligo. Alessandra, se dovessi pensare ad un racconto come metafora di una sana educazione alimentare?
Non avrei dubbi “I tre porcellini”. Non solo questa fiaba insegna a stare attenti al lupo cattivo, ma anche a fare le cose per bene e senza fretta. L’unica casetta che infatti resiste alla furia del lupo è quella costruita con calma e con solidi e resistenti mattoni. Come prendersi cura di sé, a partire da sane abitudini alimentari.


Quali consigli daresti ai genitori per avvicinare il bambino al cibo in modo corretto?
Il rapporto con il cibo è molto complesso, entrano in gioco fattori nutrizionali ma anche aspetti emozionali importanti per la sua crescita.
Prima di tutto è corretto stimolare il bambino proponendogli sempre cibi nuovi e aiutarlo a sperimentare l’alternanza di sapori ed alimenti. Il rischio è che si annoi a mangiare sempre le stesse cose. Naturalmente devono essere cibi adatti a lui e, possibilmente gli stessi dei genitori, con qualche piccolo sacrificio da parte degli adulti.
Non proibire cibi considerati dai genitori “pericolosi” come, ad esempio, il pesce per paura delle lische. Questo atteggiamento potrebbe condizionare le sue future scelte alimentari.
Aggiungo l’importanza di fare la spesa insieme. Educarlo alla scelta e all’acquisto consapevole è un’abitudine che verrà interiorizzata e seguita anche da adulto.


Spesso i bambini fanno capricci a tavola…
Bisogna giocare d’astuzia per cercare di non fare scattare quei meccanismi di competizione o conflitto tipici, ad esempio nei bambini di età tra i 2 ai 4 anni, entrati nella fase di affermazione della loro personalità. E’ un momento molto importante di crescita che va rispettato, da  gestire con delicatezza ma in modo fermo. Un suggerimento è quello di non esagerare con le dosi e proporre cibi adatti a lui. In questo modo non lo obblighiamo a finire tutto ciò che è nel piatto o a mangiare alimenti non di suo gradimento.
Ricordo che, ad esempio, nel caso di soggetti con disturbi alimentari la tavola è utilizzata per tenere “sotto scacco” i genitori.


Trucchetti per bambini mangioni o inapettenti?
Nel caso di bambini in sovrappeso, oltre alle giuste dosi nel piatto, uno stratagemma è quello di non mettere a tavola il piatto di portata per non indurlo o invogliarlo a chiedere altro cibo.
Per i bambini inappetenti, invece, è molto importante analizzare quanto e quali cibi assumono effettivamente durante la giornata. A volte basta una piccola merenda per saziarli a scapito del pranzo principale. Un errore molto frequente è quello di dare il latte come “ancora di salvataggio”. Così facendo offriamo al bambino una soluzione facile e comoda ma non lo educhiamo correttamente al pasto.


Ma torniamo alle emozioni della tavola…
Prima regola: non “servire in tavola” le ansie e i problemi degli adulti. E’ estremamente importante trasformare il momento dello stare tutti insieme in un momento sereno, magari addolcendolo con qualche bel racconto. Io ricordo ancora le filastrocche che mio papà mi raccontava per farmi mangiare.
Mangiare insieme e non prima dei genitori per condividere un momento della giornata importante a cui va data la giusta attenzione e il giusto tempo.
Banale ma non scontato, non sono ammessi giochi o videogiochi durante il momento del pasto.
Coinvolgere il bambino nella preparazione del cibo e della tavola, come insegna Maria Montessori.


Quali strumenti mancano nelle nostre scuole quando si parla di cibo?
Colori, profumi, fantasia e contatto con la natura per insegnare il valore del buon cibo in modo pratico coinvolgente e creativo. Il mio sogno è quello che tutte le nostre scuole abbiano piccoli “orti urbani” come ad esempio nelle scuole staineriane. Basterebbe davvero poco. E anche il momento della tavola potrebbe diventare un momento di grande creatività. Pensate ad una mensa apparecchiata e dedicata ai colori di fruttta e verdura di stagione.


I tuoi ricordi legati alla tavola?
Quelli della vigilia di Natale a preparare tortellini e dolci insieme alla mamma per poi addobbare la tavola della festa.


Gentile Alessandra è stato davvero un piacere averti alla tavola di MiseEnFable!
A proposito non perdete i suoi preziosi consigli su cibo e benessere
sulla sua pagina FB.

ALESSANDRA BOZZATO

Articolo di
Lucia Lamonarca

Laureata in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Milano, è specializzata in Omeopatia e Medicina Naturale. Si è occupata di ricerca clinica e farmacologia presso importanti aziende farmaceutiche italiane. Già consulente del Centro di Medicina Preventiva dell’Università Cattolica di Milano per l’aspetto medico del Servizio di Ristorazione. Oltre alla libera professione, è responsabile del circuito Scuole Marcelline di Milano.


L’incontro con Alessandra Bozzato si apre con una piacevole sorpresa: è una grande lettrice ed appassionata di fiabe. Musica per le nostre orecchie. Parla con disinvoltura dello Schema di Propp, lo studio sulle strutture delle narrazioni fiabesche del linguista e antropologo Vladimir Propp, per passare alle sue amate fiabe russe.
La sua preferita è Vassilissa la Bella, di Aleksandr N. Afanasjev. Attraverso il gesto di “nutrire” una bambola donata dalla mamma in punto di morte, la giovane Vassilissa si fa coraggio ed utilizza il suo intuito per affrontare le sfide della vita. Un gesto simbolico importante: il cibo che nutre la mente e l’anima, il passaggio dal mondo infantile a quello adulto.


La prima domanda è d’obbligo. Alessandra, se dovessi pensare ad un racconto come metafora di una sana educazione alimentare?
Non avrei dubbi “I tre porcellini”. Non solo questa fiaba insegna a stare attenti al lupo cattivo, ma anche a fare le cose per bene e senza fretta. L’unica casetta che infatti resiste alla furia del lupo è quella costruita con calma e con solidi e resistenti mattoni. Come prendersi cura di sé, a partire da sane abitudini alimentari.


Quali consigli daresti ai genitori per avvicinare il bambino al cibo in modo corretto?
Il rapporto con il cibo è molto complesso, entrano in gioco fattori nutrizionali ma anche aspetti emozionali importanti per la sua crescita.
Prima di tutto è corretto stimolare il bambino proponendogli sempre cibi nuovi e aiutarlo a sperimentare l’alternanza di sapori ed alimenti. Il rischio è che si annoi a mangiare sempre le stesse cose. Naturalmente devono essere cibi adatti a lui e, possibilmente gli stessi dei genitori, con qualche piccolo sacrificio da parte degli adulti.
Non proibire cibi considerati dai genitori “pericolosi” come, ad esempio, il pesce per paura delle lische. Questo atteggiamento potrebbe condizionare le sue future scelte alimentari.
Aggiungo l’importanza di fare la spesa insieme. Educarlo alla scelta e all’acquisto consapevole è un’abitudine che verrà interiorizzata e seguita anche da adulto.


Spesso i bambini fanno capricci a tavola…
Bisogna giocare d’astuzia per cercare di non fare scattare quei meccanismi di competizione o conflitto tipici, ad esempio nei bambini di età tra i 2 ai 4 anni, entrati nella fase di affermazione della loro personalità. E’ un momento molto importante di crescita che va rispettato, da  gestire con delicatezza ma in modo fermo. Un suggerimento è quello di non esagerare con le dosi e proporre cibi adatti a lui. In questo modo non lo obblighiamo a finire tutto ciò che è nel piatto o a mangiare alimenti non di suo gradimento.
Ricordo che, ad esempio, nel caso di soggetti con disturbi alimentari la tavola è utilizzata per tenere “sotto scacco” i genitori.


Trucchetti per bambini mangioni o inapettenti?
Nel caso di bambini in sovrappeso, oltre alle giuste dosi nel piatto, uno stratagemma è quello di non mettere a tavola il piatto di portata per non indurlo o invogliarlo a chiedere altro cibo.
Per i bambini inappetenti, invece, è molto importante analizzare quanto e quali cibi assumono effettivamente durante la giornata. A volte basta una piccola merenda per saziarli a scapito del pranzo principale. Un errore molto frequente è quello di dare il latte come “ancora di salvataggio”. Così facendo offriamo al bambino una soluzione facile e comoda ma non lo educhiamo correttamente al pasto.


Ma torniamo alle emozioni della tavola…
Prima regola: non “servire in tavola” le ansie e i problemi degli adulti. E’ estremamente importante trasformare il momento dello stare tutti insieme in un momento sereno, magari addolcendolo con qualche bel racconto. Io ricordo ancora le filastrocche che mio papà mi raccontava per farmi mangiare.
Mangiare insieme e non prima dei genitori per condividere un momento della giornata importante a cui va data la giusta attenzione e il giusto tempo.
Banale ma non scontato, non sono ammessi giochi o videogiochi durante il momento del pasto.
Coinvolgere il bambino nella preparazione del cibo e della tavola, come insegna Maria Montessori.


Quali strumenti mancano nelle nostre scuole quando si parla di cibo?
Colori, profumi, fantasia e contatto con la natura per insegnare il valore del buon cibo in modo pratico coinvolgente e creativo. Il mio sogno è quello che tutte le nostre scuole abbiano piccoli “orti urbani” come ad esempio nelle scuole staineriane. Basterebbe davvero poco. E anche il momento della tavola potrebbe diventare un momento di grande creatività. Pensate ad una mensa apparecchiata e dedicata ai colori di fruttta e verdura di stagione.


I tuoi ricordi legati alla tavola?
Quelli della vigilia di Natale a preparare tortellini e dolci insieme alla mamma per poi addobbare la tavola della festa.


Gentile Alessandra è stato davvero un piacere averti alla tavola di MiseEnFable!
A proposito non perdete i suoi preziosi consigli su cibo e benessere
sulla sua pagina FB.